Non si oppongano immagini già fatte ad immagini da fare-coming soon-

COMING SOON

Guardo quelle fotografie
Mi scopro guardata da volti da montagne, coinvolta.
Cerco di ristrutturare il mio essere, ritrovare il rapporto con il mondo attraverso questi sguardi regali e magnifici, testimoni di una vita che si vuol far scomparire.
Scatto delle immagini, mi impressiono di quei mondi.
La fotografia è contraria al potere, porta a galla anche quello che non vorresti vedere. E la macchina stessa, tra le mie mani,
al mio sguardo, genera inconscio: non sono proprietaria della visione, non mi posso chiudere nelle mie rappresentazioni, non posso piegare il tutto alla mia volontà.
Vedo qualcosa che continua a scomparire: uno spirito si allontana dalla terra.
La realtà del presente si posa su quella passata. Il sogno ha del reale in sé, il mondo reale si è svuotato di realtà e questa è migrata nel sogno. Il sogno attiva la realtà, porta una situazione che appare definita verso esiti imprevisti, un reale inaspettato.
Si formano collages, ruote nel tempo, assembramenti fusioni e esplosioni di immagini e memoria. Le fotografie raccolgono i frammenti del reale in un movimento imprevedibile che non produce un mondo né onirico né reale, ma immagini senza didascalia, nuove direzioni possibili. Si può arrivare così a delle immagini non cercate, non studiate?
Cosa è in agguato sulla pellicola della nostra coscienza? Ispirazione dell’opera
Ricevo delle fotografie dal fronte, documento storico dal quale non posso distogliere occhi e pensiero.
 Sono in in Africa, in Eritrea e in Etiopia, durante gli anni ’30.

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